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Ruggero II il restauratore della Casata Guelfa dei Sanseverino.

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giovedì 28 dicembre 2023

Era l‘anno 1245 quando Tommaso Sanseverino fu l’artefice, insieme al primogenito Guglielmo e ad altri feudatari della zona, di un complotto per assassinare Federico II di Svevia.
I feudatari, fomentati da Papa Innocenzo IV, erano fermamente contrari alla politica repressiva imposta da Federico II che puntava a ridimensionare il potere baronale a quello clericale.
Scoperta la congiura, Federico mise a ferro e fuoco il Feudo rintracciando Tommaso Sanseverino nel Castello di Sala nel Vallo di Diano dove fu catturato e giustiziato, mentre il resto dei congiurati furono trucidati nel castello di Capaccio. Ma la sua ira non si placò e con crudeltà fece massacrare l’intera famiglia Sanseverino, compresi donne e bambini, fino al quarto grado di parentela. All’eccidio scampò solo il piccolo Ruggero II, l’altro figlio di Tommaso.

Fu la Madre Perna de Morra ad intervenire per salvare l’ultimo erede della potente famiglia immolatasi per fedeltà al Papa. Il Bambino che all’epoca aveva 9 anni fu tradotto nel Castello Federiciano di Canosa, dove Donatello De Stasio su commissione dello Zio di Ruggero II, Guaimario Sanseverino, corrompendo il Castellano, riuscì a farlo fuggire nascosto dalla tela di un sacco.
Il bambino, vestito con abiti sudici e cenciosi, fu condotto in incognito su di una mula dal Papa, affinché se ne prendesse cura, essendo l’ultimo membro della famiglia sterminata per l’indomita dedizione al papato.
Il Papa Innocenzo IV che si trovava esule a Lione, giurò alla madre di ripagare l'eroina devozione dei Sanseverino preparando Ruggero II a divenire il restauratore del casato, facendolo sposare nel 1250 a Teodora d’Aquino che conobbe durante il periodo di permanenza alla corte papale.

I d’Aquino erano una nobile famiglia imparentata con il Papa ed il matrimonio fu visto come un chiaro messaggio di solidarietà politica e religiosa delle due potenti famiglie al pontefice.
Dopo il matrimonio di Ruggiero II con Teodora d’Aquino passarono altri 4 anni prima che tutti i territori del feudo venissero restituiti al legittimo proprietario.

Questo avvenne all’indomani della morte di Federico II, il cui trono fu affidato a Manfredi il quale uccidendo un barone del Papa attrasse le sue ire scomunicandolo. Manfredi indebolito politicamente e militarmente si sottomise all’autorità del papato che acquisì la sovranità dell’intero Regno, rendendo lo stato pontificio un'unica entità territoriale che partiva dalla Toscana alla Sicilia, furono quelli gli anni di massima estensione dello Stato Pontificio.
Giunto a Napoli trionfalmente il 27 ottobre del 1254, tra i primi atti amministrativi che compì fu la restituzione a Ruggero II dei feudi dei suoi Avi, ripagando così i Sanseverino della loro fedeltà alla fazione Guelfa.

Ruggero II il restauratore della Casata Guelfa dei Sanseverino.
La lapide che ricorda la distruzione della città ad opera di Federico II (Santuario Madonna del Granato – Capaccio)
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